L'arte sulla punta di un dito
E’ nato a Faenza il 19 Agosto 1926.
Sin da piccolo manifesta grandi attitudini manuali che lo portano ad iscriversi, nel 1937, al “Regio” Istituto d’Arte per la Ceramica, poi intitolato alla memoria di “Gaetano Ballardini”, dove frequenta il corso di studi tecnologici, sotto la guida di Anselmo Bucci e di Domenico Rambelli.
La formazione di Zauli s’interrompe nel 1944, per la deportazione in Germania, nel campo di Hülz.
Torna a scuola soltanto due anni dopo, diventando allievo e collaboratore di Angelo Biancini; Carlo ottiene il diploma di “Magistero Tecnico” nel 1948 e, l’anno successivo, completa gli studi con un “Corso Speciale di Decorazione Ceramica”.
Il lungo percorso artistico dello scultore inizia nel 1950 quando assieme agli amici Umberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama, rileva lo studio del ceramista Mario Morelli, la Nuova Cà Pirota, sito in via della Croce a Faenza, nello stesso spazio dove attualmente si trova il “Museo Carlo Zauli”.
Attraverso le collezioni del Museo delle Ceramiche di Faenza, le numerose fiere ed i concorsi d’arte cui partecipa, Zauli può essere aggiornato sui grandi rinnovamenti formali avvenuti nel mondo della ceramica nei primi anni Cinquanta, rivoluzionata da artisti come Fontana, Picasso e Mirò.
La sua arte si può definire un continuo dialogo tra forma primaria e metamorfosi esaltata dalla forte enegia plastica dell’argilla, nella cui relazione si può ascoltare, come scrisse nel 1974 il critico giapponese Inui, “il silenzio della grande natura”.
Dopo una lunga malattia, Carlo Zauli, considerato dalla critica internazionale uno dei massimi rinnovatori dell’arte della ceramica, si spegne a Faenza il 14 Gennaio 2002.
Nello stesso anno, il Comune di Faenza, in collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche, dedica all’artista una grande mostra antologica intitolata L’Alchimia delle Terre, mentre nello studio faentino di via della Croce inaugura, per volontà della famiglia, il “Museo Carlo Zauli”.