L'arte sulla punta di un dito
E’ nato a Roma il 2 novembre 1938 e morto a Roma il 9 gennaio 1988.
Diplomato all’Istituto d’Arte di Roma (sezione di fotografia).
Ha iniziato a esporre nel 1959, inizialmente nell’ambito astratto-informale con riferimenti a Twombly; dal 1964-65 si indirizza verso il New-Dada e la Pop-Art americana.
Fece parte insieme a Schifano, Angeli, Fioroni e Marotta del gruppo romano della Pop-Art italiana.
Dipinge immagini e temi tratti dalla iconosfera dei mass-media e della storia dell’arte.
Il ciclo più recente di opere (1978-79) è dedicato ai rebus (immagini e lettere dipinte su tela in stile pop).
L’arte di Tano Festa signoreggia sul precipizio oscuro di un’epoca di transizione, come un sultano sul suo harem. Costruita su passaggi d’immagini, si solleva sul decadere di interi sistemi storici in frammenti di attualità popular e vi sta sospesa: e vi resiste. Tutti i suoi prestiti e riferimenti presso l’iconografia del Rinascimento e la nomenclatura Modernista e ultimamente le figure dell’Allegoria, sono filtrati da frequentazioni affettive, sintesi mnemoniche, riproduzioni che li sradicano e li alleggeriscono.
Le sue citazioni da Michelangelo sono lievi come lo spartito di una musica da camera.
Quest’opera che mostra poco e molto nasconde non si è soffermata su un altro signore dellle tradizioni epocali e delle “stanze”: Giorgio De Chirico. Ma è precisamente alla strategia incantatoria di De Chirico che ci rimanda.