L’arte come investimento, come forma di arricchimento personale. Non nel senso di conoscenza o appagamento del desiderio del bello ma in senso strettamente finanziario. Quadri e sculture che ricevono una valutazione se sono già tra le pareti delle residenze private o che vi entrano come metodo, fruttuoso, per impiegare la propria ricchezza. Una delle innovazioni nella gestione dei grandi patrimoni è l’idea di mettere un servizio di art advisory, di consulenza sull’andamento di mercato delle opere, alla base di un piano di investimento. Da qui arriva Aletti Piano Arte, proposto da pochi mesi da Banca Aletti, una private bank che fa parte del gruppo Banca Popolare di Verona e Novara.
«Studiando i nostri clienti per due o tre anni — spiega Maurizio Zancanaro, direttore generale di Banca Aletti — ci siamo resi conto che una gran parte del loro patrimonio era espresso in arte. Abbiamo iniziato a seguirli nella valutazione delle opere, che in alcuni casi erano stivate in cantina, e risvegliato un interesse da parte loro. Finché abbiamo deciso di lanciare un piano di investimento in opere d’arte, che abbiamo chiamato Aletti Piano Arte».
Sono circa 4 — 5mila i nuclei familiari seguiti da Banca Aletti, con patrimoni di tutto rispetto visto che il totale gestito dai 100 private banker distribuiti nelle sedici filiali è pari a 24 miliardi di euro.
«Abbiamo posto — prosegue Zancanaro — una soglia di ingresso piuttosto bassa pari a 250 mila euro per entrare nel programma al quale si può aderire con opere che già si possiedono o decidendo di acquistarne. Quello che facciamo è affiancare i clienti nella gestione del loro patrimonio di opere d’arte, che sono in qualche misura un po’ come i titoli. Ci sono momenti in cui le quotazioni di certi artisti salgono e si può cogliere l’occasione per vendere, magari puntando subito dopo su emergenti che pensiamo saranno valutati di più in futuro. In pratica facciamo trading sulle opere d’arte avvisando quando il valore di una certa opera è salito. C’è un grande interesse per questo prodotto e tra sei mesi faremo un primo bilancio».
Un servizio di trading sull’arte che Banca Aletti fornisce in collaborazione con ArtFin, una società composta da consulenti di case d’asta, valutatori per compagnie di assicurazione, broker di opere d’arte. Ad ArtFin sono affidati i compiti di identificare le opere, farne una stima del valore di mercato, analizzare lo stato di conservazione e restauro; o anche di occuparsi delle attività legate alla catalogazione e all’inventario di intere collezioni o al loro acquisto o cessione. O ancora della loro conservazione e restauro o della stipula di polizze assicurative. E, ultimo ma non meno importante, di seguire gli andamenti del mercato per suggerire i modi opportuni per far crescere il proprio patrimonio vendendo e acquistando arte.
«Stiamo semplicemente rispondendo a un bisogno dei nostri clienti — spiega Zancanaro — e cerchiamo di farlo anticipando il mercato e la concorrenza.
Quello che ci viene chiesto è una gestione completa di un grande patrimonio, di avere quello che io chiamo “tempo competente a disposizione” per cui magari qualcuno dei nostri private banker non segue più di dieci clienti.
Oltre il 70% sono imprenditori e ci affidano ogni questione legata all’
azienda, alla famiglia, ai figli, alla successione. E anche alla gestione del proprio patrimonio artistico».
Stella Bianchi – Affari&Finanza di Repubblica di lunedì 13 giugno
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