Un venerdì sera davvero insolito quello che si svolgerà venerdì 3 giugno alla galleria “L’Arte” di Anna Rosa Callegari in via Mazzini 160 a Molinella (BO). Una scrittrice, Caterina Cavina, un’attrice, Daniela Airoldi, e un pittore, Stefano W Pasquini, s’incontreranno per dar vita a una contaminazione tra generi espressivi, caratteri e linguaggi artistici.
Una scrittrice, un pittore e un’attrice. Si sfideranno amichevolmente un po’ come ne “Il bello, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone e sarà il pubblico, coinvolto a suo piacimento nelle diverse performance, a decretare come sempre il “vincitore”. Accadrà venerdì 3 giugno 2011 alle ore 21:00 alla galleria “L’Arte” di Anna Rosa Callegari in Via Mazzini, 160 a Molinella (BO). Caterina Cavina autrice di “Le ciccione lo fanno meglio” e “La Merla”(ed. Baldini Castoldi Dalai), presenterà e commenterà le sue opere, con il contributo di Alessandra Maccagnani, direttrice della Biblioteca Comunale di Molinella. A leggerne alcuni brani sarà Daniela Airoldi, interprete nel cui curriculum spicca “La voce della Luna” di Fellini e Stefano W Pasquini, artista autore della recentissima mostra “Aiutatemi che sono messo male”.
La scrittrice. E’ Caterina Cavina, autrice nel 2008 del fortunato “Le ciccione lo fanno meglio” (ed. Baldini Castoldi Daladi) e nel 2010 de “La Merla”, libri che attingono proprio dal caravanserraglio di personaggi ed esperienze tipiche dei paesoni della Bassa e nelle cui parole, interpretate da Daniela Airoldi, forse qualcuno tra il pubblico potrà riconoscersi (ed è pregato di dire la sua).
Il pittore. La cornice sarà costituita in parte dalle opere di Stefano W Pasquini, artista bolognese che in qeusta occasione si presenterà in veste di “valletto”. Cresciuto tra Bologna, Londra e New York, è uno di quegli artisti poliedrici, “tondi come il mondo” che proprio la realtà attuale indagano. Ora è “in giro”con la mostra dal titolo “Aiutatemi che sono messo male” che affronta, in maniera ironica e un po’ sfacciata tipica del suo fare, il tema della crisi economica, sociale e culturale. Il mantra è una citazione dell’ormai noto Angelo Rizzi che con questa frase chiedeva l’elemosina nel centro di Bologna.
L’attrice. Tra immagini e parole scritte non poteva mancare una voce. E’ quella della bravissima Daniela Airoldi, attrice, cantante, interprete di Edith Piaf, cabarettista, vera presenza “lunare” della serata. Il suo curriculum è veramente immenso spaziando dalla televisione commerciale ai grandi palcoscenici del cinema e del teatro. A teatro ha lavorato con Alberto Lionello, al cinema con Federico Fellini ne “La voce della Luna”, molti la conoscono per uno scherzo fatto a Ruben Barrichello in “Scherzi a parte”, attualmente è impegnata nella sit-com “Io e Margherita” con Margherita Fumero ed Enrico Beruschi e sta portando per i teatri italiani il suo spettacolo “Omaggio a Edith Piaf”.
“Le ciccione lo fanno meglio”, è la storia di un’anti Bridget brutta e obesa alle prese con una serie di uomini (uno peggiore dell’altro) che, però, saprà tirare fuori le unghie e prendersi le sue rivincite. Una sorta di romanzo di formazione per ragazze grasse nel quale la Cavina ha condensato con ironia le sue esperienze e quelle delle lettrici del suo blog. Lanciando un messaggio di fondo: “Se per farti perdonare qualche diversità fisica accetti che gli altri ti trattino male, sarai sempre una vittima. Un’obesa può vivere una vita piena di storie d’amore e di sesso. Come tutte le altre donne”.
Il titolo del libro è una frase ricorrente che gli uomini usano come scusa per giustificare il fatto di essere andati con donne non particolarmente attraenti. Ma nasconde anche una verità: le brutte, bruttine, grassottelle, obese, tra le lenzuola possono essere più in gamba delle bellissime.
Perché? È la regola della compensazione: si impegnano di più. Quindi, sì: se ci credono, le ciccione lo fanno meglio.
A Nuovariva, nella Bassa emiliana, i delitti di prossimità sono una consuetudine, in particolare quelli che hanno come vittime le donne; i loro cadaveri spariscono per sempre nel verde scuro della palude. Ma un giorno accade che il corpo di una ragazzina assassinata nei “giorni della Merla”, i giorni più freddi dell’anno, non affondi subito e rimanga fino a primavera sulla superficie ghiacciata dell’acqua. Nessuno si azzarda a raccoglierlo.
Molti anni dopo la ragazzina riemerge e, protetta da una suora un po’ bizzarra, Leonìda, e da un simpatico carabiniere, il maresciallo Fringolesi, diventa una specie di “giustiziere” che ammazza i “maiali su due gambe”. Per il resto la sua vita riprende dal punto in cui si era interrotta. Dopo un’adolescenza turbolenta, la giovane si inserisce nella sparuta comunità di Nuovariva come giornalista di cronaca nera. Sui suoi colleghi ha però un vantaggio: i cadaveri le raccontano le loro storie.
Alternando di continuo i piani temporali, e passando con disinvoltura dal registro gotico a quello comico-picaresco, Caterina Cavina ha scritto un romanzo che, con l’efficacia imbattibile della leggerezza e senza mai cadere nella morbosità, si legge come una fiaba moderna.
Caterina Cavina è nata a Castel San Pietro, in provincia di Bologna. Dopo una breve parentesi cittadina (ha vissuto a Torino per laurearsi in Scienze della Comunicazione) è tornata nella Bassa emiliana. Per B.C.Dalai editore ha pubblicato nel 2008 Le ciccione lo fanno meglio, che ha avuto un grande successo di pubblico e di vendite.
“Ci sono posti dove gli orizzonti sono più vasti, ma nella Bassa è difficile immaginarlo. Acqua, terra e cielo, questo siamo.”
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