Memoria, esistenze destrutturate in sequenze cromatiche di luci naturali
Galleria L’Arte Via Mazzini, 160 Molinella (BO) dall’8 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015
Rielaborazioni di memorie, esistenza e luoghi destrutturati in sequenze cromatiche e luci che riconducono la forma solida alla condizione primigenia e più intimamente naturale.
Luci che sono in grado di materializzare policromie di una campagna solo velatamente e superficialmente silenziosa e indecifrabile.
Luci che disvelano, inaspettatamente, un’apparente linearità e staticità perfetta delle parole e dei nomi impressi sul marmo, trasformando il segno in un flusso in movimento costante che rivela energie vitali che sembravano ormai espresse e mai più esprimibili.
Luci che si ricompongono compatte nella rotondità corporea e che si deframmentano inevitabilmente in sequenze, nell’incontro con altri corpi e altra materia, quella spigolosa e angolare di un castello, che esaltano e completano di colore interstizi di ombre e chiarore.
Ancora luce, prima di tutto…
Stefano W. Pasquini, Eduardo Herrera, Simona Paladino, Paolo Balboni
Lighting Pattern
Memory and deconstructed existences in chromatic patterns of natural light.
A redesign of deconstructed memory, existences and places, in chromatic patterns and lights, leading the solid shape to a primal and deeply natural state.
Lights can materialize a countryside polychromism, only apparently and superficially silent and inconprehensible.
Lights can expose, unexpectedly, an apparent linearity and a perfect and static nature of words and names, marked on marble, transforming the sign in a stream in constant movement, revealing vital energy, that seemed to be expressed and no longer expressible.
Lights can compose themselves in a compact form, in a physical rotundity, always shattering themselves in patterns, meeting other bodies and other substance, the angular shape of a castle, emphasizing and filling of colours interstices of shadows and flares.
Lights, first…
Stefano W. Pasquini, Eduardo Herrera, Simona Paladino, Paolo Balboni
Lascia un commento